Mercoledì 18 gennaio, noi studenti dell’IIS Da Vinci di Civitanova Marche, provenienti da nove classi partecipanti al progetto “La resilienza, l’arte come cammino dalle macerie verso la luce”, ci siamo recati ad Ascoli Piceno per approfondire lo studio delle opere del pittore caldarolese Simone De Magistris.
Diverse opere del pittore sono collocate all’interno della Chiesa di San Giorgio e San Martino, temporaneamente inagibile, di Vestignano di Caldarola, il borgo protagonista del nostro progetto. Dunque, l’intento dell’uscita didattica è stato quello di avvicinarsi al pittore studiando altre sue opere presenti ad Ascoli.
Cicerone d’eccezione è stato il professor Stefano Papetti che è anche il Direttore della Pinacoteca di Ascoli, nonché docente di “Museologia e Restauro” presso l’Università degli Studi di Camerino.
Per prima cosa abbiamo visitato la bellissima Chiesa di S. Maria della Carità collocata tra piazza Arringo e piazza del Popolo, le due principali piazze ascolane che si contendono il fatto di essere le eredi dell’antico foro romano. La chiesa, in stile barocco, conserva all’interno un altare laterale decorato con opere del De Magistris ossia architetture in stucco ed affreschi. Qui il professor Papetti ci ha illustrato le caratteristiche peculiari della tecnica del pittore marchigiano quali la luce, l’assenza di prospettiva e la geometrizzazione delle forme che abbiamo notato ad esempio nei panneggi ed il fatto che alcune figure in stucco del De Magistris hanno tratti fortemente paganeggianti (i putti alati più che avere le sembianze di angeli, sembrano satiri compagni di Bacco). | |
L’uscita si è conclusa con la visita alla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, ospitata in una parte del Palazzo dell’Arengo, dove due esperti di A.R.T. & Co., la spin-off dell’Università di Camerino, ci hanno spiegato le tecniche di studio preliminare per valutare l’entità dell’intervento di restaurazione su un’opera pittorica. L’opera presa in esame è stata appunto la tela “Madonna del Rosario” del De Magistris. Attraverso l’uso di raggi infrarossi, ultravioletti, raggi-X e della luce radente, è stato possibile individuare i ripensamenti dell’artista in corso d’opera, la presenza del disegno preparatorio, di miscro-lesioni e di increspature del colore che preavvisano la caduta dello stesso. |
L’esperienza si è rivelata appassionante in quanto, attraverso l’analisi di questa importante tela, abbiamo avuto modo di “toccare con mano” l’arte, soprattutto facendoci vedere come le materie umanistiche e quelle scientifiche possano essere combinate tra di loro.
Articolo scritto da: Seghetta Giulia, Ciarrocchi Michele e Senesi Angelo
Personale scolastico