Riccardo ce l’ha fatta! Nel pomeriggio dello scorso primo marzo, la commissione valutatrice ha reso noti i risultati della fase regionale dei Campionati di Filosofia, giunti alla loro XXXIII edizione, e Riccardo Amicuzi della classe 5^B Scientifico dell’IIS “Leonardo Da Vinci” di Civitanova Marche non solo è riuscito ad accedere alla competizione finale nazionale per ben la seconda volta, ma si è addirittura aggiudicato il primo posto della classifica per il canale A (saggio argomentativo in lingua italiana).
Davvero una grande soddisfazione per tutta la comunità scolastica del Da Vinci – che negli ultimi anni ha avuto l’onore di vedere molti suoi allievi gareggiare alla fase nazionale dei Campionati – e sicuramente un ottimo risultato per il talentuoso Riccardo che ha fatto il bis! Certamente, il prossimo 3 aprile, a Torino, in occasione dell’ultima sfida argomentativa, lo studente cercherà di guadagnare il podio sfiorato – è doveroso ricordarlo – nella XXXI edizione dei Campionati nel 2022/2023 quando, giovanissimo eppure già acuto teoreta dall’agile penna, aveva ottenuto il 5^ posto della classifica in una gara che coinvolgeva studenti provenienti da ogni angolo della penisola.
Come nella selezione della fase d’Istituto, tenutasi lo scorso 27 gennaio, anche per le Regionali del 13 febbraio – come ci ha riferito lui stesso – Riccardo ha optato per la traccia estetica, da sempre la sua preferita perché gli permette di coniugare due tra le sue più grandi passioni: la Filosofia e l’Arte in tutte le sue molteplici forme, dalla poesia alla pittura, passando attraverso la grande tradizione letteraria e operistica italiana. Un bagaglio culturale a tutto tondo quello di Riccardo che, nonostante la giovane età, è in grado di trattare questioni abissali con la profondità esistenziale, lo spessore filosofico e il registro linguistico di un intellettuale di elevata caratura: un talento semplicemente stra-ordinario!
Se nella prova d’istituto suo interlocutore era stato T. H. Adorno – un classico del Novecento – che nella sua Teoria Estetica scrive che: “In ogni opera d’arte genuina appare qualcosa che non c’è” e che “quando un non-esistente sorge come se fosse esistente, si mette in moto la questione della verità”, nella fase regionale Riccardo si è addirittura confrontato con Aristotele, “il maestro di color che sanno”. Il testo in questione, quello celeberrimo di Poetica 9, 1451 a 36 – b in cui lo Stagirita scrive che:“Lo storico e il poeta non si distinguono nel dire in versi o senza versi” ma “si distinguono invece in questo: l’uno dice le cose avvenute, l’altro quali possono avvenire. Perciò la poesia è cosa di maggiore fondamento teorico e più importante della storia perché la poesia dice piuttosto gli universali, la storia i particolari”. Dal più generale rapporto arte/verità, oggetto del brano della selezione d’istituto, alle Regionali Riccardo è stato, per così dire, catapultato a riflettere su quello, altrettanto impegnativo, tra Storia e Poesia. Tra le due, come è noto, il filosofo ateniese istituisce un confronto arrivando a sostenere, senza esitazione alcuna, che la Poesia, che mira ad esprimere gli universali, è superiore alla Storia che si limita a raccontare i particolari. Ispirato dalle parole di Aristotele – come ha riferito lui stesso ai docenti del Dipartimento di Filosofia e Storia referenti dei Campionati – prendendo le mosse dal racconto dello scrittore argentino Jorge L. Borges Il miracolo segreto, contenuto nella raccolta “Finzioni”, Riccardo ha condotto una riflessione in piena sintonia con la tesi dello Stagirita. Conoscendolo, dalla faretra della sua cultura enciclopedica – non è una iperbole! -ha sicuramente estratto e scoccato numerose frecce per colpire il bersaglio: dimostrare che Aristotele coglie nel segno. Spirito dialettico, Riccardo non ha evitato il corpo a corpo con le possibili contro-argomentazioni alla tesi aristotelica- il ruolo dell’AI nella produzione poetico-letteraria, la presunta a-topia dell’intellettuale contemporaneo – ma le ha affrontate cercando di confutarle una ad una, chiudendo la sua riflessione – ha riferito – con un affondo heideggeriano che individua proprio nell’essere-per-la morte del poeta la cifra della sua superiorità: il desiderio di generare la bellezza che alberga nella sua anima chiedendo di essere eternizzata per continuare a vivere in forme universali nonostante la morte. Tutti i veri poeti, come Riccardo, lo rammentano: in fondo, siamo tutti Jaromir Hladik. Posti ogni giorno davanti al plotone d’esecuzione- la nostra condizione mortale– cerchiamo di arrestare il tempo perfino con grida mute o versi intrisi di pianto come quelli del “povero poeta sentimentale” evocato da Sergio Corazzini che è solo “un povero fanciullo che piange”: desolato è vero ma solo così pienamente umano. Grazie Riccardo.Tutto il Da Vinci è con te!
Di Lara Bevilacqua
Riccardo ai Campionati nazionali del 2023
Personale scolastico